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Clarks e Jamaica: una storia d’amore lunga più di 60 anni.

Il cuoio è resistente, la pelle scamosciata è soffice, lo spazzolino rimuove la polvere velocemente, tutti mi devono chiedere dove ho ho preso le mie Clarks”: nel 2010 il king della dancehall, nonché indiscutibile idolo giamaicano, Vybz Kartel (insieme a Popcaan) su Mad Collab Riddim canta di quanto gli piacciano le tipiche calzature britanniche.
A qualcuno (non a me certamente) sembrerà incredibile che un artista possa dedicare una canzone a un scarpa, come invece solitamente si fa con un/a ragazzo/a.
Ma d’altronde come si può biasimarlo, ognuno ha i suo interessi.
L’altra domanda invece è: per quale motivo in un’isola c
araibica, con sole 365 giorni l’anno, spiagge, mare, dovrebbero mettersi una scarpa al posto che stare sempre in ciabatte?
La mia risposta sarebbe tipo: “saranno un po’ fatti loro” e, in seconda istanza “c’è davvero qualcuno a cui non piacciano le Clarks?!
Ma se mi limitassi a questo probabilmente non ci sarebbe motivo di scrivere altro a riguardo, per cui, dai, cerchiamo di argomentare.
Il singolo ha portato all’attenzione di molti l’amore dei giamaicani per Clarks, ma in realtà il connubio risale a molto prima.
Ma facciamo un passo indietro (mi scuso già per l’excursus), qui è necessario un breve accenno su eventi passati. La storia della Giamaica è senza dubbio segnata da un forte colonialismo. Dapprima con gli spagnoli che alla fine del 1500 si insediarono nella costa nord dell’isola, successivamente nel 1655 gli inglesi la occuparono fino a quando nel 1670 con il trattato di Madrid venne riconosciuta la sovranità britannica.
Clarks nasce due secoli più tardi, nel 1825, nel villaggio di Street, Somerset, in Inghilterra per intenderci. Inizialmente si trattava di una piccola azienda locale fondata da Cyrus Clarks, a cui poi successivamente si affiancò il fratello minore James.
Tuttavia nel dopoguerra ebbe un forte impulso produttivo, che coincise con il successo del leggendario modello Desert Boot del 1950.
Questa scarpa fu un’idea di Natan Clarks, pronipote di James, che mentre si trovava in Burma (ora Myanmar) durante la Seconda Guerra Mondiale, notò che i militari locali, come parte della divisa, avevano ai piedi una calzatura basata su una crepe sole e una tomaia in suede.
Da buon imprenditore quale era, prese ispirazione (ma potete tranquillamente dire che
“scippò” l’idea) e tornò a casa con l’intenzione di produrre un modello simile. Al rientro però trovò le resistenze del consiglio di amministrazione le riteneva “poco serie, ridicole e inadeguate” per quelli che erano i canoni aziendali.
Come spesso succede in storie di successo, Natan se ne fregò e presentò nel 1949 alla fiera della calzatura di Chicago quella che poi è diventata nell’immaginario comune la Desert Boot.
Il resto è storia e il modello è pressoché identico distanza di 70 e più anni.

Clarks & Rude Boy

Il giro è stato lungo, ma ci siamo. Ultima data noisa: 1960 circa, Clarks inizia a spopolare in Europa. Di li a poco la Giamaica dichiara la sua indipendenza ma le influenze britanniche sono ancora forti, sopratutto nel abbigliamento e nel lifestyle.
Il terreno è fertile. L’ambiente vibrante. La povertà dilagante.

I giovani sono alimentati da una voglia di rivalsa per affermarsi all’interno di un contesto sociale non semplice e questo, a volte, sfocia anche attraverso episodi di violenza.
Ecco che questo mix di fattori, ha permesso la nascita della prima subcultura giamaicana, i Rude Boy (o Bwoy).

I tratti distintivi sono molteplici: dalla musica ska, alle sale da ballo, alle lotte a colpi di musica.

Anche l’abbigliamento, come spesso succede, diventa una sorta di codice di riconoscimento. Giacche eleganti con spille sgargianti, pantaloni accorciati.

Tuttavia sarebbe riduttivo descrivere un movimento così ampio in poche righe. Da esterno, non darebbe “giustizia” a chi, quella moltitudine di eventi, l’ha vissuta sulla propria pelle. Quindi focalizziamoci su quello che a noi interessa di più, le scarpe.
Ai piedi, cosa portavano? Clarks ovviamente. E la dancehall diventa il luogo perfetto dove indossarle.

Le Clarks divennero presto uno status symbol: per i giovani giamaicani indossare queste calzature rappresenta il modo per elevare la propria condizione culturale e assomigliare a chi, dall’altra parte del mondo, ai loro occhi stava meglio.
Molti avrebbero fatto di tutto per averle e molti hanno letteralmente fatto di tutto per averle. Tanto che i furti di scarpe diventarono numerosi e la polizia iniziò ad associare le Desert Boots alle gang di Rude Boy, che a loro volta venivano visti come individui pericolosi.

Ci si trovò così a fare di tutta un’erba un fascio: chiunque indossasse un paio di Desert Boot era considerato un criminale.
Questo non spezzò l’amore dei giamaicani verso il brand anzì lo rafforzò,. Permise la diffusione di modelli alternativi per, come dire, avere meno “attenzioni” da parte della polizia.

Fu così che negli anni seguenti ebbero altrettanto successo modelli, come per esempio le Wallabee e le Desert Trek.

Clarks & musica

Il legame tra Clarks e musica è indissolubile. Se fossi un cantante anche io probabilmente dedicherei una canzone alle scarpe. Ma io sono di parte, non conta.
I primi a interessarsene furono un giovane trio che negli anni ha combinato qualcosina in campo musicale assieme a un altro artista poco conosciuto dal nome di Bob Marley. Naturalmente sto parlando dei Wailers che nel 1966 incisero “Dancing Shoes”. Canzone poi ripresa in chiave reggae-funk da B.B. Seaton nel 1974.

Nel 2010 come abbiamo visto Vybz Kartel pubblica il singolo “Clarks”, mentre nel 2013 l’etichetta inglese (non a caso) insieme al Dj Al Fingers pubblica una selecta di 21 brani chiamata “Clarks in Jamaica” che appunto raccoglie hit dedicate aqueste scarpe. Ci troviamo quindi di fronte a titoli trai quali “Clarks booty”, “Clarks booty style”, “Put on Me Clarks”, “Trash and Ready”, “Lean Boot”.

I giamaicani amano Clarks, ma l’amore è ben corrisposto. Clarks ha da sempre omaggiato questo
Già nel 2012 la casa britannica aveva dedicato all’etichetta discografica Trojan una scarpa.

Una Desert Trek che celebrava sia il 40esimo anniversario dalla nascita del modello sia il 50esimo anniversario dell’indipendenza giamaicana.

Recentemente, nel 2021 è uscito invece un pack contenente una Desert Boot, una Wallabee e una Desert Trek tutte con dei richiami alla bandiera nero/verde/gialla. Particolarità: Clarks ha fornito un paio di scarpe a tutti gli alunni della Scuola di Maverleyper farli sentire parte della comunità.

Edoardo Zanini

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